La storia della terza generazione dei ponti sospesi deve ancora essere scritta fino in fondo. Le origini parlano di una storia recente che inizia con due tappe, la prima in Cina con lo Yi Sun-sin Bridge, un ponte lungo in tutto 2.260 metri e con una campata centrale di 1.545 metri; la seconda in Turchia dove nel 2022 è stato inaugurato il ponte dei Dardanelli, il ponte sospeso più lungo al mondo con una campagna centrale che raggiunge i 2.023 metri. Caratteristica di questi ponti di terza generazione sono gli impalcati aerodinamici. Oltre al profilo alare dei ponti di seconda generazione, queste nuove megastrutture sono dotate di impalcati totalmente aerodinamici che presentano anche dei fori studiati proprio per far passare attraverso il vento. Un’innovazione che raggiungerà la sua espressione massima con il Ponte sullo Stretto di Messina, per la cui costruzione è stato elaborato un modello unico di impalcato, il “Messina Type Deck”. Oltre al profilo alare, che richiama la carlinga di un aereo da guerra, la sagoma del ponte sullo Stretto è stata a lungo studiata nella galleria del vento e presenterà delle aperture che permetteranno di far correre il vento minimizzandone l’impatto. Per capire cosa comporta questo genere di innovazione è sufficiente pensare che l’impalcato dell’Akashi Bridge flette lateralmente sotto le pressioni del vento di 30 metri, mentre il Ponte sullo Stretto fletterà lateralmente sotto carico di appena 10, 11 metri. Un risultato davvero unico per un ponte con una campata centrale lunga 3.300 metri.
L’Italia e drasticamente a corto di energie rinnovabili, potremmo creare parchi eolici in mare un po’ ovunque (o anche sul fondale) e far crollari i costi delle utenze incoraggiando anche la transizione all’auto elettrica, invece no, dobbiamo cominciare l’ennesimo ecomostro inutile che non serve a nessuno se non a quelli che si intascano i soldi del lavoro.
Che poi lo costituiscono per cosa esattamente?
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